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Camilla Marinoni / Ricamare il vuoto

⏰ lettura 3 min.

Ho assistito all’inaugurazione della mostra personale dell’artista Camilla Marinoni on line, per i noti motivi che tutti noi conosciamo.

Ho già visto parecchie mostre presentate on line, solo alcune mi hanno colpito in modo particolare da spingermi a scrivere un articolo, una tra queste è Ricamare il vuoto di Camilla Marinoni.

Non conosco personalmente Camilla, l’ho sentita al telefono diverse volte e mi ha colpito la sua voce: dolce, cristallina, una voce rassicurante, quasi da bambina, con una voce così mai ti aspetteresti una tale potenza nelle sue opere.

La sua ricerca è un urlo, fortissimo, un richiamo, una esortazione, una invocazione, a tratti più acuto, a tratti più suadente ma sempre contiene in se il pensiero che domina tutta la sua produzione.

Decanter, 2019 77x55x5 cm cad. Vino, immagine fotografica, cotone intrecciato all’uncinetto su carta Cotton 100% © Camilla Marinoni, Courtesy by Zerial Art Project Gallery

Camilla utilizza tecniche differenti per le sue opere, dalla carta al centrino, dal vino, alla ceramica tutte unite dallo stesso filo rosso: le ferite, le donne, la cura e la memoria.

Questo paradigma può sembrare scontato, non lo è, Camilla mette a nudo le sue ferite, il suo essere donna, la cura che utilizza per “guarire”quella parte del suo io, quello più vero.

Camilla prevalentemente utilizza il centrino, prima, visto ricamare dalla nonna, poi dalla mamma, infine ricamandolo lei stessa.

Ricama per dare un senso al vuoto, all’angoscia, alla paura, alle ferite che ogni giorno dobbiamo subire, ma nel suo ricamare, in questo gesto dal sapore e dall’uso antico,  traspira tutta la sua volontà a porre rimedio, a porre una fine, a fare si che la cura permetta alle ferite di scomparire ma non di dimenticare.

Zaffo, 2018 100 carte 31×23 cm Immagine fotografica, cotone intrecciato all’uncinetto su carta Cotton 100% © Camilla Marinoni, Courtesy by Zerial Art Project Gallery

Camilla Marinoni, inconsapevolmente ci riporta in un mondo ancestrale, fatto di gesti. L’arte del ricamo, nato in Oriente e poi arrivato in Occidente è di età antichissima. Dal medioevo fino al XVI secolo, i ricami sono sovente portatori di tradizioni popolari e di poesia, ma anche di leggende profondamente radicate nell’animo dei popoli.

Ecco che, il ricamo di Camilla porta con se una storia millenaria, attualizzandola ai nostri giorni per risvegliare le coscienze.

Le opere presentate portano a riflettere, portano a considerare le variabili dell’animo umano, e sono, sebbene ben allineate ed esposte, un pugno nello stomaco, reale, concreto. Camilla ricama ferite reali, non immaginarie, ricama drammi accaduti non inventati, ricama con filo bianco e filo rosso, fili non immaginati ma fili che uniscono ciascuno di noi.

Nelle sue opere siamo tutti connessi in un divenire che ci appartiene e contemporaneamente in un passato che conosciamo, personalmente vissuto da tutti noi, nessuno escluso.

Questa a mio avviso è la potenza delle opere e della ricerca di Camilla Marinoni, la quale, riesce abilmente e concretamente a farci sentire uniti, uguali, un tutt’uno con le sue opere.

Rimango sempre sbalordita ed allo stesso tempo “ emozionata”, quando un artista riesce a trasmettere così abilmente il suo pensiero; non è retorica, Camilla Marinoni porta avanti una ricerca importante, non solo per gli aspetti che copre, ma per il modo in cui riesce a farli sentire nostri, di tutti.

Ricamare il vuoto significa ricamare la nostra anima, il nostro essere, il nostro io più profondo e a volte nascosto.

Quante cicatrici ricoprono il nostro corpo? Non solo quelle visibili, ma quelle nascoste nel nostro animo? Quante ferite, quante perdite, quanti drammi ciascuno di noi porta dentro di se? Ecco, Camilla li ricama, li rende visibili, li mostra a tutti, non c’è niente da nascondere, è tutto da rivelare e disvelare, poco importa il come, importa che la memoria rimanga vigile e presente, solo in questo modo possiamo trovare la Cura.

Alle ore 3, 2018 ø 30×150 cm cad. Tre concertino in acciaio zioncato, centrini di cotone, teli di cotone © Camilla Marinoni, Courtesy by Zariel Art Project Gallery

Ascoltare la sua voce, nel video presentato all’interno della mostra, in cui l’artista spiega e si svela, è un momento particolarmente alto di pathos, di suggestioni, di immaginazione circa il suo lavoro, la sua capacità manuale, la ricerca dei materiali, l’utilizzo finale, l’opera che si compie: ci porta davvero ad essere presenti in quel preciso momento, come se stessimo vis à vis.

La sensibilità di Camilla Marinoni nel trattare temi così delicati è altissima, si percepisce la passione, l’amore, la perfezione, la ricerca continua ed incessante e noi, possiamo solo ammirare le sue opere, che trasformano il nostro sentire e che ci fanno sentire, finalmente umani.

Camilla Marinoni / Ricamare il vuoto

A cura di Elisabetta Zerial

Un progetto di Zerial Art Project Gallery

mostra visibile on line dal 22 Gennaio al 25 Gennaio 2021 sul sito della Galleria Zerial Art Project

Link htttps://www.zerialartproject.com/camilla-marinoni-ricamare-il-vuoto

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