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Levi e Ragghianti, storia di un’amicizia tra politica e arte

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Alla Fondazione Centro Studi Ragghianti a Lucca è stata da poco inaugurata una mostra dedicata a due grandi intellettuali del Novecento, Carlo Levi (Torino, 1902 – Roma, 1975) e Carlo Ludovico Ragghianti (Lucca, 1910 – Firenze, 1987) e al loro fecondo rapporto di amicizia.

Realizzata in collaborazione con la Fondazione Carlo Levi di Roma, la mostra, organizzata in occasione del quarantennale della Fondazione lucchese, è curata da Paolo Bolpagni, Daniela Fonti e Antonella Lavorgna, e rimarrà aperta al pubblico fino al 20 marzo 2022.

Oltre ad una importante sezione documentaria, la mostra presenta un nucleo di quasi cento opere di Carlo Levi, tra dipinti, disegni e litografie.

Il rapporto tra Ragghianti e Levi, fondamentale per entrambi, si intensifica a Firenze, durante l’occupazione nazista, attraverso la comune militanza politica nella Resistenza, soprattutto dopo che Levi, nel 1941, trova rifugio clandestino nella casa di Anna Maria Ichino, dove scrive il suo più noto romanzo, Cristo si è fermato a Eboli, cui è dedicata una sezione della mostra.

Non è però soltanto la politica – nelle file del Partito d’Azione – a unire Levi e Ragghianti, ma anche l’intenso confronto sulle questioni dell’arte contemporanea e una condivisa sensibilità per il patrimonio artistico del Paese.

L’interesse di Ragghianti nei riguardi di Levi pittore risale al 1936, quando lo inserisce nel suo articolo dedicato alla pittura italiana contemporanea; nel 1939 ne recensisce sulla rivista «La Critica d’Arte» la mostra a New York. Certamente il momento più forte della loro frequentazione avviene durante i giorni della formazione del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale e della direzione del quotidiano «La Nazione del Popolo», e quando Levi, subito dopo la liberazione di Firenze, diventa membro della commissione per la ricostruzione del centro storico della città. Questo intensificarsi del loro rapporto si riflette anche nella condivisione del discorso artistico, tanto che è Ragghianti a proporre la prima storicizzazione della figura di Carlo Levi nel 1948, attraverso la pubblicazione di un “catalogo” dell’opera leviana, nel quale sono datati e repertoriati i dipinti realizzati dal 1923 al 1947, ancora oggi punto di riferimento imprescindibile per gli studi su Levi.

La mostra alla Fondazione Ragghianti e il relativo catalogo ricostruiscono, oltre agli eventi e alle circostanze dell’amicizia tra levi e Ragghianti, i nodi identitari di questo rapporto, le questioni teoriche di carattere storico-artistico, e altri punti d’interesse comuni ai due per un’azione da esplicarsi nel quadro di una politica delle arti.

La mostra e il catalogo offrono una testimonianza, attraverso opere d’arte, lettere, documenti, fotografie e filmati, del significato dell’amicizia fra Ragghianti e Levi, anche alla luce della loro formazione culturale.

Un aspetto interessante e nuovo indagato dall’esposizione è quello del comune interesse dei due per il cinema: Levi lavora come sceneggiatore e scenografo per alcuni film, disegna il manifesto di Accattone di Pier Paolo Pasolini, e dagli anni Cinquanta in poi, a Roma, diventa un ritrattista ambìto da molti personaggi del mondo del cinema, da Silvana Mangano ad Anna Magnani, da Franco Citti allo stesso Pasolini. Questi ritratti sono esposti in mostra insieme a quelli di Ragghianti e di loro comuni amici, come Eugenio Montale e Carlo Emilio Gadda.

Levi e Ragghianti. Un’amicizia fra pittura, politica e letteratura
17 dicembre 2021 - 20 marzo 2022
Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti 
Via San Micheletto, 3 LUCCA
Tel. 0583 467205 -  info@fondazioneragghianti.it
www.fondazioneragghianti.it 

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