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On line le mostre fotografiche del MAST di Bologna

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⏰ lettura 4 min.

In attesa che il 4 dicembre possano riaprire al pubblico, il MAST di Bologna ha reso visitabili on line sul sito www.mast.org le due mostre inaugurate lo scorso 7 ottobre, MAST Photography Grant on Industry and Work 2020 e Inventions. Il visitatore sarà accompagnato in questo tour virtuale da una guida d’eccezione, Urs Stahel – responsabile delle attività espositive e della collezione di fotografia industriale della Fondazione MAST – che ha curato la mostra dei lavori fotografici dei 5 finalisti del MAST Photography Grant e ha collaborato con Luce Lebart alla curatela della mostra Inventions.

Saranno disponibili a breve anche i video di presentazione dei 5 finalisti del Grant e altri contributi inediti sui loro lavori.

Dall’archivio MAST sono inoltre disponibili on line contenuti esclusivi di grande interesse per gli amanti della fotografia d’autore, come il talk del fotografo catalano Joan Fontcuberta sulla falsificazione delle immagini.

La mostra del MAST Photography Grant on Industry and Work 2020

Alinka Echeverría (Città del Messico, 1981), vincitrice dell’edizione di quest’anno, espone il progetto intitolato Apparent Femininity, una installazione in tre parti che volge lo sguardo al ruolo delle donne nella storia del cinema e della programmazione informatica per guardare avanti alla quarta rivoluzione industriale. Grace, intitolato alla pioniera della scienza Grace Hopper, è un’animazione tratta da una fotografia di Berenice Abbott (dalla Collezione Mast) che rappresenta un’anonima programmatrice al lavoro. L’animazione, presentata su una tenda LED, è accompagnata da una colonna sonora composta da Daphne Oram, inventrice del graphical sound. Hélène è una installazione di negativi su lastre di vetro; le immagini solarizzate si concentrano sulle mani delle montatrici al lavoro. Con Ada, la fotografa rende omaggio a Ada Lovelace, la matematica considerata da molti la prima programmatrice della storia.

Nel progetto For a Few Euros More (Per qualche euro in più) Chloe Dewe Mathews (Londra, Regno Unito, 1982) indaga le dinamiche dell’agricoltura moderna, mettendo in luce questioni relative alla produzione e al consumo di cibo, allo sfruttamento delle persone e alla crisi ambientale in corso. Il progetto è ambientato nel gigantesco Mar de Plástico, il “mare di plastica” che si estende a sudovest di Almería, nella Spagna meridionale, fra il litorale e la Sierra Nevada, un’enorme distesa agro-industriale, in cui si produce la metà della frutta e verdura che andrà a riempire gli scaffali dei supermercati di tutta Europa. Partendo da questi luoghi mette in evidenza tre realtà contigue ma molto diverse che caratterizzano la zona: i polytunnel agricoli, una miniera in disuso e i set abbandonati dei film spaghetti western.

Maxime Guyon (Parigi, Francia, 1990) nel suo lavoro Aircraft realizza fotografie digitali di grande fomato di strutture aereodinamiche, turboreattori, pistoni idraulici, connessioni elettriche degli aerei. Fotografie iperrealistiche in cui le sagome restano sospese in uno spazio senza cielo e senza tempo, concreto eppure irreale.

Nel progetto Sorrow? Very Unlikely (Tristezza? Molto improbabile) il finlandese Aapo Huhta (Haapajärvi, 1985) esplora i modi in cui l’Intelligenza Artificiale percepisce le fotografie fatte dall’uomo. Il progetto è costituito da fotografie recenti che Huhta ha selezionato dal suo archivio personale e ha fatto interpretare dai programmi di riconoscimento delle immagini API Vision di Google e Seeing AI di Microsoft, entrambi disponibili al pubblico. Le deduzioni in tempo reale eseguite dalle rispettive IA dei programmi di riconoscimento delle immagini sono state poi trasformate in tracce audio. Il risultato è un attrito tra immagine e parola, tra mezzo fotografico e nuove tecnologie che sollevano quesiti inquietanti sul ruolo dell’uomo nel futuro scenario produttivo.

Pablo López Luz (Messico, 1979), nella serie Baja Moda (Bassa moda), realizzato in diverse città dell’America latina, guarda criticamente al mondo globale dell’industria della moda e al tempo stesso analizza due aspetti chiave della cultura latinoamericana contemporanea: identità e resistenza. López Luz fotografa con occhi attenti, perspicaci, i negozi di abbigliamento e le mode locali, fotografa le vetrine allestite in modo precario, ma organizzate con cura, che fanno intravedere una sorta di orgogliosa resistenza nella decisione di preservare un mestiere e uno stile di vita nel rifiuto di arrendersi a nuovi modelli economici e all’imminente omologazione delle città invase dai brand internazionali.

La mostra Inventions, a cura di Luce Lebart, presenta una selezione di fotografie prodotte tra le due guerre mondiali di alcune delle invenzioni più brillanti e geniali provenienti dalle collezioni dell’Archive of Modern Conflict di Londra e dagli Archives nationales francesi. Dagli oggetti usati per sopravvivere in tempi di crisi ai dispositivi per godere di una migliore qualità della vita in periodo di pace. Pur essendo prodotte senza intenzioni artistiche, queste immagini hanno innegabili qualità estetiche e possiedono quello che si può definire uno stile fotografico, paragonabile a quello di un autore, benché non siano mai firmate. Come sottolinea Lebart “si tratta di un archivio visivo che colpisce per la sua fantasia, gli accenti umoristici e la libertà nello svelare i codici dell’oggettività fotografica.”

www.mast.org

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