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Tommy Malekoff | The Geography of Nowhere

⏰ lettura 4 min.

Negli ultimi anni, Tommy Malekoff, ha attraversato gli Stati Uniti una decina di volte. Piano piano ha iniziato a notare come anche i più anonimi edifici a lato della strada si trasformassero in oasi per il viaggiatore.
Ispirato quindi dalla struttura architettonica dei centri commerciali americani e dall’esperienza di viaggio on the road dell’artista ha gettato le basi per la mostra The Geography of Nowhere, che è anche, la sua prima personale in Italia, a Milano nelle sale della galleria ZERO…

Tommy Malekoff “Desire Lines”, 2019 two channel digital video, sound

Quello che tecnicamente non era altro che un benzinaio, un fast food o un discount, appariva nella notte come un faro luminoso. Questi luoghi soddisfano bisogni elementari e nonostante dall’esterno possano sembrare pressoché identici, piccoli dettagli rivelano le differenze tra le città e le regioni in cui si trovano, come l’accento dei commessi o il nome dei brand dei prodotti in vendita. La sera, questi luoghi, persistono illuminati e da lontano sembrano ultraterreni con i loro fasci di luce che fungono da guida.

Tommy Malekoff “The Geography of Nowhere”

L’artista ha iniziato a immaginare i minimarket come se fossero chiese e i fast food teatri. Ha pensato anche all’effetto che la luce artificiale ha sulle falene e a come certe strutture esercitino lo stesso effetto sulle persone dopo il crepuscolo.

Tommy Malekoff “The Geography of Nowhere”

Incappando in queste immagini Tommy Malekoff ha evocato il vivido ricordo adolescenziale di uno specifico edificio – un fast food della catena Hardee’s, venduto e trasformato in uno strip club di nome Southside Johnny’s. I tavoli di un arancio brillante, in cui si sedeva con la famiglia a mangiare hamburger, sono stati tramutati in una tana senza finestre, da cui mistero e peccato si propagavano con viscidi giochi di luce al neon viola e bianca. Solo lo scheletro essenziale dell’edificio era rimasto inalterato. Immaginava la vecchia vetrina del servizio drive-thru ancora in funzione, come un sorta di portale su un mondo proibito.

Tommy MalekoffThe Geography of Nowhere”

A maggio ha guidato fino al Southside Johnny’s per la prima volta dopo una decina di anni. Subito dopo, superando un centro commerciale, ha notato l’inconfondibile struttura trapezoidale dei tetti di un Pizza Hut, ma senza insegna: era stato convertito in un fioraio.

Tommy Malekoff “Roadsite IV
2020 foamcore, cardboard, thin wood, plexiglass, light cords 18×25×48 cm

Questa coincidenza lo ha spinto a riflettere sul surplus di edifici di questo genere e sulle potenziali seconde e terze vite delle loro strutture, così uniche per quanto diffuse. Forse c’era davvero la possibilità che, da qualche parte, un vecchio KFC ospitasse realmente un luogo di culto.


Tommy Malekoff “Roadsite I”
2020 foamcore, cardboard, thin wood, plexiglass, light cords 15×27×47 cm 

Ha cominciato a realizzare piccole sculture architettoniche basate su di esse, cercando di affidarsi per quanto possibile all’istinto, al ricordo e all’immaginazione. Mentre costruiva Roadsite II (lo stesso edificio che appare in Exit Shelter 01), si è reso conto che creare queste sculture non era altro che una forma di riappropriazione, un tentativo di possedere e conservare un tipo di architettura dotato di un suo specifico folklore, monumenti destinati a reincarnarsi, o a essere totalmente rasi al suolo.

Le serigrafie e i lavori scultorei costituiscono l’equivalente notturno di Desire Lines, un’esplorazione della stessa ambientazione di piccole aree commerciali, ma concentrata sugli ampi parcheggi che le circondano.

Tommy Malekoff “The Geography of Nowhere”

Tra Agosto 2017 e Marzo 2019 ha viaggiato in quasi ogni regione degli Stati Uniti alla ricerca di lievi variazioni, stravaganze e interpretazioni differenti di questi ordinari paesaggi artificiali. Mentre li osservava e li comparava sia ai suoi ricordi personali che a video trovati sul web, ha iniziato a invitare altri a reagire a questi scenari.

Ciò che aveva inizialmente inquadrato come una serie di “atti” indipendenti, o performance isolate, si è trasformato in un ciclo infinito di relazioni tra esseri umani, animali e veicoli, ognuno dei quali reagisce, in modi estremamente diversi, ad un’esperienza di autentica libertà all’interno di un non-luogo comune.

INFO
Tommy Malekoff
The Geography of Nowhere 
dal 4 febbraio al 27 marzo 2021  

ZERO…
Via Carlo Boncompagni 44
20139, Milano
www.galleriazero.it
info@galleriazero.it

All images:
Courtesy of the artist and ZERO…, Milan
Ph.: Roberto Marossi

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