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IO SONO UNA CARTA… un’azione, lettura, performance… poetica

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Fondazione Live

Ironica e dissacrante, Bianca Pucciarelli Menna presenterà dal 9 dicembre la sua personale mostra dal titolo IO SONO UNA CARTA… un’azione, lettura, performance… poetica, introdotta dai curatori Cristina Perrella e Andrea Villani.
L’esposizione, che sarà visitabile all’interno della mostra Ri-Materializzazione del Linguaggio 1978-2022, alla Fondazione Antonio Dalle Nogare di Bolzano, si propone come il primo degli appuntamenti, proposti a cadenza periodica, in cui verranno presentati i componimenti scritti dell’artista.

Nel 1977 Bianca Menna sposò il suo alter ego Tomaso Binga, in una cerimonia che segnò la metamorfosi della donna in artista.
La performer, nel corso della sua lunga carriera, ha continuamente messo in questione i ruoli di genere, all’interno del sistema artistico e non, utilizzando un inedito gioco linguistico alla base della sua pratica.

Tomaso Binga, Ti scrivo solo di domenica, 1977, © Danilo Donzelli

Con il nome di Tomaso, un omaggio al poeta Marinetti, l’artista visiva lotta per i diritti delle donne, opponendosi al maschilismo, utilizzando la sua creatività.
Sempre in riferimento al suo nome, l’artista spiega: “L’ho addolcito togliendo una “m”, perché suonava un po’ troppo rigido. È la caduta della costoletta di Adamo da cui noi donne siamo nate. Io questa costoletta l’ho tolta cominciando dal nome».

Tomaso Binga, Alfabetiere murale, © Amedeo Benestante

Il suo codice, non solo scritto e raffigurato ma anche agito, come testimonia l’opera Alfabetiere murale, in cui ha mimato le lettere dell’alfabeto diventando un abbecedario carnale, rappresenta una attenta analisi del confine, in continua ridefinizione, tra parola e immagine.
Binga, nome con cui si firmava inizialmente datole dai suoi piccoli scolari, durante il periodo trascorso come insegnante, è sempre stata una donna molto determinata.
Tra performance, poesia scritta e visiva, non manca mai la denuncia nei confronti della condizione della donna nella società patriarcale odierna, manifestata anche nella decisione di appropriarsi di un nome maschile cambiando la propria identità e dimostrando di essere libera di decidere chi essere.

Tomaso Binga, Typecode , © Danilo Donzelli

Attraverso gestualità e sonorità, l’artista esplora i valori ritmici e timbrici della parola, conferendo alla sua interpretazione una forza espressiva dirompente.
Lo sconvolgimento del luogo comune e l’umorismo spiazzante caratterizzano la sua arte, che sotto forma di provocazione, destabilizza di primo impatto il pubblico e in seguito lo chiama a reagire, sviluppando un pensiero critico.
La parola è donna, l’arte pure.

Fondazione Antonio Dalle Nogare 
Rafensteiner Weg 19, Bolzano, Italy
T. +39 0471 971 626
www.fondazioneantoniodallenogare.com

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