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La MALA a Milano. L’altro lato della rinascita dopo la guerra

⏰ lettura 3 min.

“Furono tempi difficili dove, a tutti i costi, doveva essere contrastata l’arroganza di centinaia di malavitosi che volevano imporre con violenza i loro soprusi. Si creò un fronte unito di magistrati e forze dell’ordine che, con professionale e certosino lavoro, riuscirono ad assicurare alla giustizia tutti i malavitosi dell’epoca ristabilendo serenità alla comunità milanese. La Mostra riesce a far rivivere quei difficili momenti e regala agli operatori dell’epoca il giusto merito per quanto fatto. A noi regala invece il monito di continuare nell’ impegno costante verso la comunità.”
Marcello Cardona
Questore della Provincia di Milano

 

Appuntamento espositivo, visitabile sino all’11 febbraio 2018 a Palazzo Morando, in cui si prosegue con le rassegne dedicate al capoluogo lombardo. Dopo il racconto della Milano prima e dopoguerra, e di come si sia rialzata maestosamente, si prosegue col ricordare un altro lato di questa rinascita, un periodo lungo quarant’anni, anche’esso capace di trasformare in modo radicale il volto della città.

Renato Vallanzasca arrestato dopo una rapina
1972 (Giancarlo De Bellis – Archivio Fotogramma)

“Milano e la mala. Storia criminale della città, dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca”, visitabile sino all’11 febbraio 2018, vanta la cura di Stefano Galli, è promossa da Comune di Milano | Cultura, Direzione Musei Storici, ed è organizzata dall’Associazione Spirale d’Idee con la Polizia di Stato (preziosa anche per la ricerca e la scelta della documentazione, della selezione delle strumentazioni tecniche e degli arredi di ufficio originali, e per la scelta delle armi in uso a quell’epoca e messe a disposizione dalla Fabbrica d’armi Pietro Beretta S.P.A. Il progetto inoltre si avvale del contributo del Museo del Manifesto Cinematografico Fermo Immagine, con l’esposizione di sei delle 23 locandine originali di film polizieschi degli anni ‘60 e ‘70 girati a Milano, donate alla Questura di Milano ed esposte negli uffici del Commissariato Greco Turro. L’esposizione analizza e ripercorre la nascita e l’affermazione della criminalità a Milano, tra la fine degli anni quaranta e la metà degli anni ottanta, attraverso 170 immagini d’epoca, documenti e strumenti del mestiere, come la celebre custodia del mitra del solista Luciano Lutring, i dadi usati nelle bische e le armi utilizzate dalla polizia per combattere il crimine, per documentare l’evoluzione della malavita in città, dai gruppi improvvisati all’affermazione del fenomeno malavitoso. L’ordine del percorso espositivo è, logicamente per una mostra di questo tipo, cronologico, e si parte dalla famosa rapina di via Osoppo del 1958, definita “il colpo del secolo”: l’assalto di sette uomini a un portavalori che si impossessò di un bottino di oltre 614 milioni di lire senza neppure sparare un colpo. Questo crimine rappresentò l’apice della Ligera, (una forma di delinquenza milanese composta da piccoli gruppi di criminali), e segnò la fine di questo tipo di malavita lasciando il campo, nel ventennio 1960-1980, a una nuova forma criminale strutturata in gruppi omogenei, che seguivano principalmente il gioco d’azzardo, la prostituzione ed il traffico di stupefacenti. Tra i protagonisti di questa stagione nomi del calibro di Francis Turatello, Angelo Epaminonda, Renato Vallanzasca, che evocano nei ricordi dei milanesi atmosfere da Far West.

Francis Turatello, anni ’70, Archivio privato

Ecco che il lato della rinascita economica del dopoguerra si scontra con il lato della criminalità organizzata, di notte nelle bische, nei night club, nei circoli privati.
L’esposizione documenta tutte queste atmosfere, oltre a riportare in primo piano i quartieri della malavita: il Giambellino, l’Isola, la casba di via Conca del Naviglio e il Ticinese.
Atmosfere, ma anche fenomeni specifici come i sequestri, le carceri e le sue rivolte, i killer come gli Apaches di Epaminonda che terrorizzarono la città nei primissimi anni ottanta. Un importante approfondimento è logicamente rivolto ai rappresentanti delle forze dell’ordine, della Polizia di Stato con il Commissario Mario Nardone ed il futuro Questore Achille Serra. Oltre al racconto dei crimini, troviamo anche le indagini della Questura di Milano, e possiamo constatare l’evoluzione delle tecniche investigative e dei supporti tecnici che negli anni hanno supportato tutte le Forze dell’Ordine nella lotta alla criminalità e nella ricerca di giustizia.
L’esposizione si chiude con la sezione dedicata a Renato Vallanzasca, il bandito della Comasina, ultimo rappresentante di una malavita milanese che dai primi anni ottanta lascerà il passo a nuove e più cruente forme di criminalità.

INFO
MILANO E LA MALA
Storia criminale della città, dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca
09 novembre 2017 – 11 febbraio 2018
Palazzo Morando, Milano
c.palazzomorando@comune.milano.it
Da martedì a domenica 10.00-20.00
Giovedì 10.00-22.30
www.civicheraccoltestoriche.mi.it
Il Pussy Cat, anni ’70, Centro Apice
(Università degli Studi Milano)


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