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miart 2026: La Svolta Jazz

⏰ lettura 2 min.

Per la sua trentesima edizione, la fiera d’arte moderna e contemporanea di Milano si reinventa ispirandosi all’improvvisazione di Miles Davis e John Coltrane. Un cambio di pelle, di sede e di paradigma che promette di trasformare uno standard consolidato in un territorio di pura innovazione.

Per la sua trentesima edizione, che si terrà dal 17 al 19 aprile 2026, miart non si limita a celebrare un traguardo, ma sceglie la via della rottura visionaria. Abbracciando la lezione immortale di due giganti nati nel 1926, John Coltrane e Miles Davis, la kermesse milanese si appropria del linguaggio del jazz per orchestrare la propria metamorfosi.

Il titolo dell’edizione 2026, New Directions, è più di un omaggio all’omonimo album di Coltrane del 1963; è una dichiarazione d’intenti, un manifesto programmatico. Presentata il 19 giugno a Basilea durante Art Basel 2025, con il sostegno del MAECI e dell’Agenzia ICE, la nuova visione di miart, sotto la guida del direttore artistico Nicola Ricciardi, intende scardinare le metriche consuete. In un mercato dell’arte sempre più fluido, che interroga i propri stessi sistemi tra tecnologie emergenti e nuovi modelli di collezionismo, la fiera milanese sente l’urgenza non solo di affermare la propria identità storica, ma di metterla in discussione, di suonarla in una chiave diversa.

Il segno più tangibile di questa evoluzione è il trasloco. miart abbandona lo spazio consueto per insediarsi nella South Wing di Allianz MiCo, un’architettura dal respiro internazionale che si affaccia sul polmone verde e contemporaneo di CityLife. Non un semplice cambio di indirizzo, ma la scelta di una nuova partitura. Un padiglione su tre livelli che funge da pagina bianca, uno spazio fisico che simboleggia uno spazio mentale inedito, pronto ad accogliere una dialettica rinnovata tra sperimentazione e appartenenza, tra l’inesplorato e il riconoscibile.

Il cuore pulsante della fiera non rinnega le sue fondamenta, ma le rilegge in un nuovo contrappunto. Le sezioni storiche, Emergent ed Established, sono confermate, ma poste in un dialogo ancora più serrato, come due voci soliste che si rincorrono e si sfidano. Da un lato, la sezione curata da Attilia Fattori Franchini, Emergent, continua a essere la piattaforma per le gallerie che scommettono sul futuro, un’incubatrice di talenti e linguaggi audaci. Dall’altro, Established rappresenta la spina dorsale, con le grandi gallerie che, dal Moderno storico agli orizzonti più attuali del contemporaneo, definiscono il canone del presente.

Queste due colonne portanti diventano la base solida da cui spiccare il volo verso esplorazioni più ardite. La direzione artistica annuncia infatti l’arrivo di progetti curatoriali inediti, che verranno svelati nei prossimi mesi e che promettono di arricchire l’offerta con innesti originali, pensati per sorprendere tanto il collezionista esigente quanto il pubblico internazionale.

Come in una session jazz, dove l’armonia nasce dal dialogo tra strumenti diversi, miart 2026 amplificherà la sua vocazione collaborativa. Il ciclo Talks Among Friends, inaugurato con successo nella scorsa edizione, si evolverà in un dialogo ancora più capillare e anticipato con le istituzioni culturali della città, creando un crescendo di attesa e di contenuti che andrà oltre il perimetro fisico della fiera.

miart 2026 si preannuncia come un’esperienza da vivere. Una fiera che, dopo trent’anni, dimostra di avere la capacità di mettersi in gioco e cambiare tempo, per continuare a interpretare il proprio.

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