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OLIVIERO TOSCANI alla Galleria Mazzoleni di Torino

⏰ lettura 3 min.

Oliviero Toscani, classe ’42, compie quest’anno 80 anni.
Fotografo, politico, attivista e scomodo personaggio per alcuni, ha saputo, attraverso i suoi scatti, contestare numerose ingiustizie e sensibilizzare il pubblico su diversi temi, non di rado facendo infuriare personalità più conservatrici.
Conosciuto per aver rivoluzionato la fotografia attraverso i suoi dissacranti scatti, dopo le mostre a Palazzo Reale a Milano e Palazzo Albergati a Bologna l’artista completa il ciclo di esposizione presentando una nuova mostra “TOSCANI CHEZ MAZZOLENI” alla Galleria Mazzoleni di Torino.

Oliviero Toscani, Untitled, 1989 ©olivierotoscani

Palazzo Panizza accoglie su più piani una vasta collezione di scatti curata dal fotografo stesso: al piano terra troviamo oltre 100 immagini frutto del suo percorso artistico, dalla scuola di fotografia a Zurigo ai provocatori scatti per Benetton, per arrivare alla moda e alla ritrattistica di famosi artisti internazionali.
Al piano nobile prosegue il percorso espositivo con una serie di foto che consacrano la fama dell’artista tra cui Prete e suora, Chi mi ama mi segua della Jesus Jeans e Tre Cuori White/Black/Yellow, tutte stampate per la prima volta sul cemento con una innovativa tecnica che imprime le immagini su lastre cementizie di grandi dimensioni. Le figure acquisiscono così tridimensionalità e forza.

Oliviero Toscani, Untitled, 1992 ©olivierotoscani

La scelta del cemento come materiale creativo non è di certo una casualità.
Toscani, chiamato a partecipare al progetto Louis Vuitton Fashion Eye in cui 10 tra i più celebri fotografi internazionali  vengono invitati a fotografare una città da loro scelta per la realizzazione di una collana di album fotografici dedicata al viaggio, ancora una volta sorprende.
Sceglie Gibellina o per meglio dire il Grande Cretto, opera di Land Art creata da Alberto Burri tra il 1984 e il 1989 nel luogo in cui sorgeva la città vecchia, rasa completamente al suolo dal terremoto del Belice del 1968.
Costituita da centinaia e centinaia di tonnellate di cemento che coprono i resti del defunto centro abitato e che compongono un fitto reticolato di vie fantasma , il fotografo la immortala in modo brutale ma efficace.
Attraverso inquadrature dall’alto e angolazioni penetranti, le opere, anch’esse riprodotte su cemento e di dimensioni monumentali, dialogano con Cretti di Burri della collezione Mazzoleni.

Oliviero Toscani, Cretto di Burri, 2018. Copyright Oliviero Toscani

Il percorso di visita si conclude con due wallpaper che riassumono il progetto decennale Razza Umana in cui l’artista si cimentò nel fotografare in giro per il mondo il volto di chi desiderasse prestarsi all’opera, creando così una sorta di schedario umano che raccoglie differenze e peculiarità morfologiche e sociali, con più di 10.000 ritratti, a testimoniare la varietà antropologica che compone il nostro pianeta e che spesso viene utilizzata come mezzo discriminatorio ed oppressivo.

Oliviero Toscani, Untitled, 1989 ©olivierotoscani

Tra polemiche e controversie, apprezzamenti e opinioni positive, il Cretto di Gibellina possiede un destino analogo a quello del popolare fotografo: entrambi fanno sicuramente parlare di sé e, che piacciano o meno, hanno saputo sconvolgere il pubblico sollevando criticità ed interessi attraverso una rappresentazione mai banale.

Galleria Mazzoleni, Torino
Date: 2 novembre 2022 – 14 gennaio PROROGATA al 18 febbraio 2023
Mazzoleni, Piazza Solferino, 2 – 10121 Torino
torino@mazzoleniart.com
Orari:
Martedì – Sabato: 10.00 – 13.00 / 15.45 – 19.15
Domenica e lunedì su appuntamento.

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