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BIANCOSCURO, l’editoriale di ottobre-novembre ’18

Marina Abramović nel video del 2001 “The Hero” Photo © TheMahler.com Courtesy of Marina Abramović Archives

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É di qualche giorno fa la notizia dell’aggressione ai danni della performer Marina Abramović, attuata durante un incontro con il suo pubblico, a Firenze, dove si è inaugurata una interessante mostra sulla sua arte performativa […] Il genere umano mi ha stupito ancora una volta. C’è un uomo di mezz’età, che si definisce “artista”, che va in giro a imbrattare le opere monumentali e a spaccare quadri in testa alle icone da lui stesso dipinte…

UNA VITA LEMME LEMME | Mostra personale di Gianni Cella

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Gianni Cella, artista contemporaneo “storicizzato”, da decenni ha sviluppato un percorso artistico personalissimo vicino allo spirito libero e dissacrante della componente dadaista dell’arte.
Possiede l’estrosità del visionario e con il suo sguardo a volte grottesco e a volte malinconico, riesce a coniugare perfettamente l’intuizione creativa con il gioco conducendoci all’interno del “suo guardare” popolato di personaggi fantastici e coloratissimi.
Cella, che negli ultimi anni ha portato avanti la sua personale ricerca attraverso il linguaggio della scultura, lavora con la vetroresina e gli smalti e realizza maschere come rappresentazioni di stati d’animo e sculture verticali in cui il soggetto a volte si ripete in sovrapposizione.
Ma attenzione che il suo universo pop, vivace, colorato, quasi cristallino, descrive con grande lucidità la contemporaneità, la cultura vuota ed allucinata della “cultura di massa”, le difficoltà dell’uomo di superare il proprio senso di inadeguatezza e le difficoltà di relazionarsi con gli altri.
Le opere di Gianni Cella hanno il dono di rendere più piacevole lo spazio e uniscono la riflessione all’ironia, ci coinvolgono, ci emozionano e risvegliano il fanciullo che è in noi.

Marina Abramović

Marina Abramović Artist Portrait with a Candle (C) dalla serie Places of Power, 2013. Courtesy of Marina Abramović Archives© Marina Abramović by SIAE 2018

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Dal cortile, alla Strozzina, al Piano Nobile: Marina Abramović arriva a Palazzo Strozzi, e lo fa alla grande. Sarà possibile immergersi nelle sue riflessioni (e rifletterci) fino al 20 gennaio prossimo, non abbiamo dunque scuse per perderci un evento di questa portata. “The Cleaner” è la prima retrospettiva italiana dedicata alla più controverse delle performer contemporanee, quella che ha rivoluzionato completamente l’idea di performance artistica, mettendo alla prova il proprio corpo, i suoi limiti e le sue potenzialità di espressione. Un esordio come pittrice figurativa e poi astratta, è negli anni Settanta che inizia il lavoro nella performance attraverso l’utilizzo diretto del proprio corpo, come testimoniato in mostra da opere come la serie “Rhythm” (1973-1974) e “Thomas Lips” (1975), in cui l’artista si espone a dure prove di resistenza fisica e psicologica. Nel 1975 conosce l’artista tedesco Ulay con cui nasce un rapporto sentimentale e professionale; insieme creano celebri performance di coppia come “Imponderabilia”, dove il pubblico è costretto a passare attraverso i corpi nudi dei due artisti come fossero gli stipiti di una porta. La fine della loro relazione sentimentale e professionale si celebra nel 1988 con la performance “The Lovers”: i due artisti si incontrano per dirsi addio a metà della Grande Muraglia cinese, dopo aver percorso a piedi duemilacinquecento chilometri ciascuno, partendo lei dall’estremità orientale e lui da quella occidentale.

Monica. Pirone Home Sweet Home

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Il giorno 23 settembre 2018 alle ore 19.00 Horti Lamiani Bettivò presenta la mostra personale Home Sweet Home di Monica Pirone a cura di Michela Becchis e Domenico Giglio.

Silenzi e stanze. Altre storie da Edward Hopper

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Martedì 25 settembre alle 18.30 al Teatro Franco Parenti a Milano (via Pier Lombardo 18) sarà presentato il volume Silenzi e stanze Altre storie da Edward Hopper di Michele Mozzati, edito da Skira.

Post Tenebras Lux | Peter Hide 311065 e Isabella Rigamonti

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La Chiesa di San Biagio, luogo di spiritualità da anni prestato al mondo dell’arte, rappresenta il palcoscenico perfetto per presentare il lavoro artistico di Peter Hide 311065 e Isabella Rigamonti. Qui la solidità della pietra, “la materia”, la leggerezza della copertura “lo spazio e la luce” si fondono e diventano parte integrante e componente espressiva della rappresentazione di questi due artisti. Peter Hide 311065 cosparge la chiesa con uno strato di banconote accartocciate, invita a camminarvi dentro e sembra quasi sentirsi il loro fruscio. Evoca con la materia a lui più cara, il denaro, l’oscurità che la sua ricerca ossessiva genera, il suo è il fruscio del male del mondo e l’oscurità in cui si può precipitare. Isabella Rigamonti con le sue fotografie in cui alterna il bianco e nero e il colore ci parla dell’immensità del cielo e della luce, dell’infinita possibilità di cambiamento e di miglioramento che abbiamo, della nostra unicità, e attraverso il cielo collega l’uomo al Divino. In questo spazio in cui tutto sembra mutevole, la coppia di artisti parla di umanità e divino senza rappresentarli. L’uno richiama le passioni e i mali terreni e gioca con l’apparente solidità del denaro, mentre l’altra ci parla di spiritualità e di luce di redenzione.

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