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Jessica Iapino | AUTOVIOLATIONPRIVACY

⏰ lettura 4 min.

Vernissage 6 marzo 2018 ore 18.30 | Interno 14 | Roma

Interno 14 presenta il progetto AUTOVIOLATIONPRIVACY di Jessica Iapino, a cura di Lori Adragna: un percorso espositivo site-specific che si articola in quattro momenti disgiunti tra loro per la variabilità del mezzo. Solo durante l’opening, l’opera SSS” – STIVALE, SARDEGNA, SICILIA sarà performance live.

“Con l’avvento dell’era tecnoliquida descritta da Bauman (2002), l’esigenza di tutelare la propria privatezza – tanto da farla elevare al rango di diritto con la conseguente necessità di regolamentarne la tutela – ha raggiunto il suo apice proprio nel momento in cui se ne avvertiva l’ineluttabile erosione. La pervasività, a partire dal XXI secolo, dell’immagine, dell’informazione e soprattutto della tecnologia, ha assottigliato sempre più la barriera della nostra privacy. Come suggeriva il sociologo, l’uomo contemporaneo abita una “società confessionale”, dove il “social network”, strumento di sorveglianza dei pensieri e delle emozioni – usato dai vari poteri con funzioni di controllo – agisce grazie alla partecipazione entusiastica di chi vi aderisce promuovendo la pubblica esposizione di sé.

Le occasioni di violazione della privacy o di semplici interferenze nella sfera privata di fatto accompagnano quasi ogni istante della nostra vita, “monitorata”, tenuta sotto osservazione, incessantemente registrata. Cediamo notizie che ci riguardano, lasciamo tracce quando cerchiamo informazioni, servizi, quando ci muoviamo nello spazio reale o virtuale. Questa gran massa di dati personali raccolta su scala sempre più larga e diffusa con flusso continuo, modifica la conoscenza. Il confine tra reale e virtuale, tra vero e falso, tra immagine e persona si fonde e confonde in una concezione di sé tremula e liquida, polimorfa, priva di certezze. Si altera cioè quel processo (continuamente rivedibile) di identificazione con i modelli proposti dall’ambiente che forma l’identità.

Nel cyberspazio, impero del narcisismo, le relazioni sociali rischiano di configurarsi come una mera imitazione della vita face-to-face, dove è più facile dissimulare e nascondersi dietro l’anonimato o un profilo fake. “Siamo sempre più attratti dall’idea di “ricrearci” con l’aiuto di strumenti social e fotografici a portata di tutti – scrive Jessica Iapino nel suo progetto Auto Violation Privacy – fino a perdere gravemente la percezione di una quotidianità privata intima. Creando poi uno specchio parallelo digitale, conosciamo il prossimo attraverso ciò che “posta” e non attraverso l’osservazione e il vissuto.”

Da queste riflessioni si è sviluppata la ricerca dell’artista romana, che sfocia in una personale presso Interno 14. Un percorso espositivo site-specific che si articola in quattro momenti disgiunti tra loro per la variabilità del mezzo, trovando felice consonanza nei quattro ambienti che compongono la sede espositiva. Con l’ausilio della pratica artistica, Iapino attua in metafora una consapevole violazione della propria e della altrui identità (nella quale di volta in volta si identifica), con l’intento di ristabilirne una “nuova”. Ripercorrendo alcuni “modelli” della costruzione identitaria, auspica di “ri-nascere, di ri-stabilirsi con una possibile funzione altra che le consenta di ritrovare senso e anche di assolvere il prossimo e di autoassolversi. A cominciare dall’autoritratto con maschera in negativo di se stessa dove, attraverso l’azione minimale del video, mostra e dimostra di voler riscattare la propria immagine. La scultura rappresenta invece la violazione di una identità “sacra”, perché elevata a oggetto prezioso con la foglia d’oro zecchino. Nella performance statica “SSS”, la donna distesa per terra è simbolo di una morte apparente, preannunciata dai gioielli che indossa raffiguranti la nostra terra spezzata. Infine con l’installazione “My Name is Omar”, attraverso il nome l’artista riscrive la storia della propria unicità superando anche il conflitto di genere.

STANZA DELLA IDENTITA’ GENOTIPICA
“SELF PORTRAIT W/ MASK”
video installazione 2017, video mono canale 7:24”
foto di produzione, 2017, giclée print su baryta museum, 60 cm X 40 cm
Nel video, l’inquadratura fissa riproduce un atto performativo minimale: l’artista scuote la testa tenendo in bocca tra i denti una maschera in alginato bianco che raffigura il gemello corrotto, l’ombra da reintegrare. L’azione richiama le movenze di un cane in cerca di carezze, di attenzione e approvazione.

STANZA DELLA IDENTITA’ SACRA
“IL BUONGIORNO HA L’ORO IN BOCCA”
scultura 2017, porcellana, foglia d’oro 23 ¾ kt, 25 cm X 30 cm
Il ritratto scultura di porcellana, materiale sofisticato e puro ricoperto da foglia d’oro zecchino,  sacralizza e viola al tempo stesso la funzione iconica ordinatrice del caos a difesa di un falso idolo, enfatizzato in quel legame identitario che si inscrive negli accessi remoti ed insieme attuali dell’archetipo.

STANZA DELLA IDENTITA’ SOCIALE
“SSS” – STIVALE, SARDEGNA, SICILIA
performance/scultura-gioiello 2018, bronzo, dimensioni variabili / featuring: Elena Giulia Abbiatici
L’identità sociale è quella che coinvolge tutti: l’Italia qui è fatta a pezzi nel gioiello indossato da una figura femminile contrassegnata dai colori della stessa bandiera che giace a terra al centro della sala. Immobile.

STANZA DELLA IDENTITA’ DI GENERE
MY NAME IS OMAR”
installazione, 2018, carta inchiostro, dimensioni variabili
L’installazione collettiva dei libri bianchi “My Name is Omar” sarà una forma di Battesimo o meglio un “auto battesimo”: i presenti saranno invitati a prendere una copia del libro e a scriverci dentro ogni nome che avrebbero voluto avere, oppure, a porre dei segni e/o disegni che meglio li rappresentino.”

Jessica Iapino nata il 14 Ottobre 1979 a Roma dove vive e lavora. Diplomata alla Marymount International School continua i suoi studi presso la A.U.R. American University in Rome. Il suo lavoro parte da un’analisi introspettiva con uno sguardo alla società contemporanea. Ritraendone gli aspetti più semplici, più umani. Attraverso una filosofia di pensiero in costante “costruzione-costrizione”. Inizia la sua sperimentazione con il video, fotografia e installazione. L’esigenza del mezzo filmico diventa un aspetto importante nel suo lavoro; considerato come mezzo più incorporeo e quindi “leggero”. Dal 2004 al 2006 esordisce con due personali: “HERO” Galleria Arturarte e “EDEN” presentata al MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Roma. Nel 2007 Gemine Muse mostra curata da Antonio Arèvalo intitolata “Le Jeu de l’Hombre” (lo sviluppo delle virtù cortesi) con un intervento site-specific nel Museo Napoleonico Roma. Nel 2008 la personale “bring me back_HIGH” a cura di Alessandro Facente, L’Union arte contemporanea co-prodotta con la fondazione VOLUME! e nel 2009 presenta una personale dal titolo “LOVERKILLERLOOP” Dora Diamanti Arte Contemporanea Roma. Partecipa a numerosi Film & Video Festival in Italia e all’estero tra cui l’Optica Festival Gijon 2008; candidata al “Optica Award” per Artisti Indipendenti, Gijon, Madrid e Parigi. A settembre del 2009 partecipa alla XIV Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo: SKOPJE gates BIENNALE 2009, Repubblica di Macedonia, dove si classifica al primo posto nella selezione “immagini in movimento”. Nel suo lavoro comincia a prevalere l’idea di evoluzione filmica. Considerando il concetto di Cinema come “mezzo” e non come “industria”. Nel aprile 2010 è tra i finalisti nella categoria “corti italiani” del RIFF Rome Independent Film Festival IX edizione. Nell’ottobre 2010 presenta ”Previous. To the source.” all’interno del progetto “Another_Fiction” a cura di Antonio Arèvalo nella galleria V.M.21. Nel Marzo 2011 presenta alla X° edizione del RIFF Rome Independent Film Festival il cortometraggio “Il Quarto Ordine” nella sezione sperimentale del Festival. Nel 2013 alcuni dei suoi autoritratti sono stati pubblicati nel libro fotografico “Il Corpo Solitario” del critico d’arte Giorgio Bonomi tra artisti più importanti dal calibro di Cindy Shermann, Andy Warhol, Li Wei, Francesca Woodman e giovani artisti emergenti.  A giugno del 2015 una collettiva dal titolo “So Strong 1.5” nella Galleria torinese Riccardo Costantini Contemporary con opere di Andy Warhol e Carol Rama. Nel 2016 completa la produzione del cortometraggio “One Day All I wish for you is Me” girato in parte al Teatro Valle e Piazza di Spagna. Un omaggio al teatro danza con uno sguardo all’essenza del lavoro di Pina Bausch presentato in anteprima nella Fortezza Spagnola, Argentario Toscana. Nel 2018 presenta “AUTOVIOLATIONPRIVACY” mostra personale a cura di Lori Adragna con un percorso di opere site-specific nello spazio Interno 14, Roma.

INFO

Jessica Iapino
 AUTOVIOLATIONPRIVACY
 A cura di Lori Adragna

Inaugurazione 6 marzo 2018 ore 18.30
 Interno 14
 Via Carlo Alberto 63 - Roma

La mostra è visitabile fino al 17 marzo 2018 su appuntamento:  3494945612

Jessica Iapino
 www.jessicaiapino.com
 art@jessicaiapino.com

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