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Two Thousand Six Hundred and Seventy Four Seconds Wide, Cally Spooner torna alla galleria ZERO…

⏰ lettura 3 min.

Cally Spooner
Installation view at “Two Thousand Six Hundred and Seventy-Four Seconds Wide”, ZERO…, Milan, 2022.

Melody’s Warm Up è l’opera principale attorno alla quale verte la nuova mostra di Cally Spooner: Two Thousand Six Hundred and Seventy Four Seconds Wide, in mostra alla galleria ZERO…
L’artista torna a Milano dopo la mostra del 2018 nella stessa galleria dove presentò Dead Time, una critica all’assenza di libertà nella fruizione del tempo nella società odierna.

Il tempo morto è il termine utilizzato per indicare il tempo che impiega un certo apparato di misura, come una macchina, dopo aver ricevuto uno stimolo esterno, per essere pronto ad eseguire correttamente una nuova misura.

Cally Spooner
Installation view at “Two Thousand Six Hundred and Seventy-Four Seconds Wide”, ZERO…, Milan, 2022.

Le opere dell’artista mettono spesso in discussione l’erosione del vissuto, di come in contesti neo-liberali e tecno-capitalisti il tempo venga snaturato, riorganizzato e scandito in funzione alla prestazione aziendale e alla produzione.
Evidenziano inoltre il pericolo rappresentato dalla crononormatività e le sue ripercussioni nel momento in cui viene assunta come modello economico e sociale, facendoci riflettere sul modo in cui gli ambienti e i climi immateriali hanno un impatto fisico sul corpo.
Sempre secondo l’artista, si tratta di una questione non solo temporale ma anche tecnologica.
L’oppressione attuata dalle forze governanti viene esercitata per mezzo della tecnologia, che sta riuscendo sempre di più a legarsi alla nostra quotidianità, monitorandoci costantemente.

Quest’ultima esposizione vuole esplorare la possibilità di riappropriarci della nostra individualità  servendoci anche del tempo, rovesciandolo e riscrivendolo.
Cally Spooner ci presenta così Melody’s Warm Up.

Cally Spooner
Installation view at “Two Thousand Six Hundred and Seventy-Four Seconds Wide”, ZERO…, Milan, 2022.

スズキ・メソード
Il metodo Suzuki è una filosofia educativa per l’apprendimento musicale elaborata dal violinista giapponese Shinichi Suzuki.
Egli sostiene che tramite l’imitazione, che è alla base del processo di apprendimento, si possa insegnare ad un bambino a suonare così come gli si insegna a parlare.
Il piccolo ripete ciò che sente dire dai genitori, così riascoltando più volte un frammento musicale, un ritmo o una melodia, riuscirà in futuro a suonarlo, interpretando il suono come forma.
Il processo però richiede necessariamente un ascolto attento.

Allo stesso modo la violoncellista Melody Giron riascolta accuratamente la Suite n. 1 in Sol Maggiore di Bach e ne armonizza il Preludio, ovvero il brano per violoncello più famoso al mondo.
Se si pensa allo strumento infatti lo si associa facilmente a questo famosissimo assolo, che rievoca alla mente del pubblico la pubblicità di un’automobile o di una compagnia assicurativa.
Ma l’artista e la musicista ne riscrivono la composizione, suonando al contrario l’ultima misura, pensandola  per essere completata in dialogo con le altre opere e l’ambiente circostante.
Le finestre della galleria non vengono chiuse per permettere ai rumori circostanti di propagarsi all’interno.

L’ordine consequenziale viene stravolto, la manipolazione artistica riesce a scardinare l’associazione commerciale del brano e gli restituisce una identità dinamica ed indipendente, pronta a comunicare con la spazio che la circonda. 

Affianco vi sono le opere Still Life e Fainted Pear, nature morte che cercano però di aggirare il loro decadimento o rimanendo svenute a terre in un preciso ordine o nella certezza di una tela.

Cally Spooner
Still Life, 2018, pere fresche, assistente, Continuamente. Installation view at “Two Thousand Six Hundred and Seventy-Four Seconds Wide”, ZERO…, Milan, 2022.

INFO
Cally Spooner: Two Thousand Six Hundred and Seventy Four Seconds Wide
fino al 12 novembre 2022

ZERO...
Via Carlo Boncompagni 44
I-20139 Milano

www.galleriazero.it


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